La tabella dei premi
Settembre è arrivato così lentamente da finire con una tale velocità, così da farmi arrivare solo oggi a rimettermi a scrivere nero su bianco i
miei pensieri.
Questo mese, ho notato, che è per molti e specie per noi mamme il momento della rinascita, del ritorno alla vita…quella del lavoro ok, ma di quel tran tran giornaliero che ci porta a organizzare le giornate in modo chiaro per poter arrivare alla sera ,non dico fresche come una rosa, ma sicuramente più rilassate. Questo perché? Ma perché finalmente i nostri figli alle 20.30 dopo una giornata di scuola, compiti e sport crollano a letto lasciandovi delle ore di libertà.
Questo mese, ho notato, che è per molti e specie per noi mamme il momento della rinascita, del ritorno alla vita…quella del lavoro ok, ma di quel tran tran giornaliero che ci porta a organizzare le giornate in modo chiaro per poter arrivare alla sera ,non dico fresche come una rosa, ma sicuramente più rilassate. Questo perché? Ma perché finalmente i nostri figli alle 20.30 dopo una giornata di scuola, compiti e sport crollano a letto lasciandovi delle ore di libertà.
Quando si ha un figlio solo
ci si concentra esclusivamente su di lui e si arriva inevitabilmente al punto
di viziarlo. È una cosa che viene spontanea, poter dare a tuo figlio tutto
quello che tu non hai avuto, succede da generazioni, e questo col passare dei
decenni ha portato ad aumentare però le aspettative dei figli che ottengono sempre di più col solo merito di essere
nati in un momento più proficuo per i genitori.
Ecco perché indagando con
altri amici ho scoperto un metodo che ho iniziato ad attuare già verso agosto e che credo continuerò con costanza:
LA TABELLA DEI PREMI.
Dai 3 anni quando si inizia
l’asilo il bambino inizia a seguire una serie di regole per poter imparare la collaborazione
e la vita fuori di casa dove era sempre stato il protagonista indiscusso, ma
alcune di queste regole si possono attuare nello stesso ambiente domestico
portando il proprio figlio a capire che non tutto quello che gli diamo è
dovuto.
Potrei fare un elenco
lunghissimo di frasi fatte dei nostri genitori e nonni per farci capire che “il
mondo là fuori” sarebbe stato una schifezza: “prima impari com’è la vita meglio
sarà per te, non tutto ti è dovuto, le cose te le dovrai guadagnare in futuro,
ma lo sai che io per avere il Nintendo ho lavorato un’intera estate per
potermelo comprare?”
È proprio così, per ottenere
qualcosa bisogna fare qualcosa e allora ecco qua l’ideona.
Accortisi che Camilla, per
quanto generalmente brava e ubbidiente è pur sempre figlia unica
nonché viziata le abbiamo proposto di fare un gioco, un gioco dove per ogni
cosa che faceva in casa poteva ottenere un punteggio che poi l’avrebbe portata
ad un premio.
Lo scopo era di farla
collaborare nelle azioni che ogni tanto cercava di glissare per pura pigrizia
facendo leva su un premio concordato insieme con lei.
Quante volte sono incappata
nella solita minaccia genitoriale “SE NON FAI SUBITO I COMPITI OGGI NIENTE
TELEVISIONE!!” e cosa facevo così…facevo capire a lei che solo con le minacce
puoi ottenere qualcosa…niente di più sbagliato, ma in fondo chi lo ha il manuale
del genitore perfetto?! Tenti, sbagli, riprovi, risbagli, cambi metodo e forse
per un po’ va forse no.
Sia ben chiaro che non l'ho messa a vendemmiare nel campo dalle 8 alle
12, i compiti sono molti semplici e vanno dal lavarsi da sole sempre la sera,
all’apparecchiare e sparecchiare la tavola a cena fino al rifarsi il proprio
letto (molto alla buona)…tutto questo per ottenere un punteggio che poi porta
a dei premi finali ai quali ho assegnato un tot a seconda di quello che vuole,
più grande è il premio che desidera più alti sono i punti…là Camilla si è
sbizzarrita: prendere una big babol, andare al cinema, prendere dei rollerblade.
La cosa interessante è che come noi siamo soddisfatti del nostro stipendio
ottenuto ogni mese col duro lavoro, anche i bambini capiscono nel loro piccolo
la soddisfazione che si ottiene nel guadagnarsi le cose e non solo riceverle
così.
I ragazzini che ottengono
l’iPhone di seconda mano dal proprio genitore, non si rendono conto della
fatica che si è impiegata nel poterlo acquistare, ecco perché magari con
l’adolescente il premio può essere in denaro e non con la semplice paghetta,
che comunque ottieni ogni settimana senza aver fatto praticamente nulla.
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un esempio interessante |
Per rendere il tutto ancora più coinvolgente e giocoso ho creato la tabella con lei, coi vari pennarelli e i punti li mettiamo con una serie di stickers che ha scelto nei vari negozi di cartoleria, ma sono sicura che su internet se ne trovino di ancora più belli.
Se avete già usato questo
metodo fatemi sapere come lo avete organizzato, sono curiosa di sapere i
compiti che avete assegnato e i vari premi, o chissà che magari non lo abbiano
fatto i vostri stessi genitori con voi…con me ci avevano provato, ma ora che la
mamma sono io vedo le cose da un’altra prospettiva, per la gioia dei miei genitori. ;)
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